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Pro Loco di
Nove

Nove è un comune italiano dell’alto vicentino, sorto nel XIV secolo sulle sponde del fiume Brenta. Il nome deriva dal latino terrae novae, cioè “terre nuove” ricavate dal dissodamento della “vegra”, la zona incolta liberata dal fiume Brenta dopo essersi ritirato.

PRO LOCO DI NOVE


via Don Guglielmo Dalla Gassa, 10
36055 Nove
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La vicinanza a questo corso d’acqua ha fatto sì che sin dagli inizi si sviluppassero attività protoindustriali che sfruttavano la forza motrice fornita dallo scorrere del fiume. Inizialmente sorsero mulini con magli e macine, mentre successivamente, nel Seicento, si sono sviluppate le prime attività di produzione, decorazione e vendita di manufatti in ceramica artistica e terracotta, che sono poi diventate il motore principale dell’economia novese, attribuendo al comune l’appellativo di “Terra di ceramica”.

Cosa Vedere


Oltre alle innumerevoli attività di produzione ceramica, la maggior parte ancora con impronta artigianale, che si possono visitare, a Nove sono presenti diverse attrattive perlopiù collegate al mondo della ceramica.

Palazzo Baccin

Palazzo Baccin è ciò che resta del complesso abitativo/produttivo costruito dal famoso ceramista Giovanni Maria Baccin verso la fine del ‘700. Più recentemente, dopo diversi passaggi di proprietà e procedure ereditarie, nel 1922 fu aperta proprio in questo luogo una manifattura dai ceramisti Teodoro Sebellin, Sebastiano Zanolli ed Alessandro Zarpellon.

La manifattura ebbe il suo splendore nel secondo ventennio del ‘900, contando più di tremila modelli a catalogo e spaziando dallo stile barocco a motivi liberty e decò.

Il palazzo si trova nella zona del cosiddetto “Liston”, il rialzamento che una volta aveva la funzione di argine della roggia Isacchina, si può raggiungere a piedi da Piazza De Fabris percorrendo il viale alberato che, la leggenda narra, sia stato creato per riparare il signor Baccin durante il percorso dalla sua abitazione alla manifattura Barettoni, dove egli lavorava.

Antico Mulino “Pestasassi” Stringa

Questo mulino, progettato anch’esso da Giovanni Maria Baccin, fu costruito nel 1791 e venne utilizzato fin da subito per la frantumazione dei ciottoli di quarzo e carbonato di calcio, recuperati dal greto del fiume Brenta, per ricavare materiali utili alle lavorazioni ceramiche. Questo ha fatto sì che gli venisse attribuito il nome di “pestasassi”.

Attualmente il meccanismo è ancora funzionante, anche se non più utilizzato, ed è, in Europa, l’esemplare funzionante più antico di questa tipologia di mulini, ormai considerati memoria della lavorazione ceramica d’altri tempi.


Chiesa Dei Santi Pietro E Paolo E Nuovo Campanile

L’attuale chiesa dei Santi Pietro e Paolo sorge sopra il cimitero di una vecchia chiesa, dedicata unicamente a San Pietro, edificata verso la fine del 1500, quando la popolazione di Nove iniziò a costruire una comunità locale non più collegata a Marostica.

Di questa costruzione restano il campanile e una parte della chiesa, ora adibita a sacrestia. Queste strutture sono facilmente individuabili sulla destra della nuova chiesa, costruita nella prima metà del 1800 e notevolmente più grande della precedente.

A sinistra del nuovo duomo spicca il campanile nuovo, alto poco meno di 75 metri, dove sulla sommità troneggia la statua in rame di San Pietro apostolo, patrono di Nove.


Museo Civico della Ceramica

Inaugurato nel 1995, il Museo Civico della Ceramica di Nove ospita numerosissime opere, tutte inerenti all’arte ceramica novese, vicentina e veneta.

Si trova al centro della Piazza De Fabris, nell’edificio ottocentesco che oggi ospita, oltre alle esposizioni museali, anche la biblioteca civica, il municipio e la sala “De Fabris”.

Prima dell’apertura del museo, lo stabile, donato da Giuseppe De Fabris, ospitava le aule dell’istituto d’arte per la ceramica.

Tra gli esemplari più notabili troviamo un vaso dell’artista Pablo Picasso e una collezione di “cuchi”, gli storici fischietti novesi, nati come burla ai soldati francesi dopo la sconfitta da parte dell’esercito austriaco nella cosiddetta "Battaglia delle Nove" o "Battaglia della Vegra".


I Lampioni di Piazza De Fabris

I lampioni sono, molto spesso, un dettaglio secondario dell’arredo ur- bano di una piazza, a Nove invece diventano vere e proprie opere d’arte in esposizione 365 giorni all’anno.

Ogni lampione è decorato con piastre e ornamenti realizzati in vari tipi di lavorazione ceramica.

Ogni lampione diventa quindi un esemplare unico che contribuisce a tenere viva la tradizione e la cultura della ceramica nel paese di Nove.

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